Il rischio di (ri)destabilizzazione del Medio Oriente (27/10/2023) Con Pierluigi Fagan

Contando sul decisivo appoggio logistico e persino operativo degli Stati Uniti, Israele sembra ormai avviato verso l’implementazione della seconda fase dell’operazione militare illustrata alla Knesset dal ministro della Difesa Yoav Gallant. Si tratterebbe di un piano d’azione articolato in tre fasi distinte. La prima, attualmente in atto, consiste in attacchi aerei e navali prodromici alla manovra di terra finalizzata «ad eliminare i miliziani e danneggiare l’infrastruttura in modo da sconfiggere e distruggere Hamas». La seconda fase del piano prevede combattimenti caratterizzati da minore intensità, e si propone di «eliminare i nidi della resistenza». La terza fase mira invece alla «creazione di un nuovo regime di sicurezza nella Striscia di Gaza» concepito sia per i cittadini di Israele che per gli stessi abitanti di Gaza. Il piano israeliano sembra inscriversi nel progetto mirante a ridisegnare il Medio Oriente a cui ha accennato lo scorso settembre il primo ministro Benjamin Netanyahu in occasione de
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