RADIOLOGIA INTERVENTISTICA IN ONCOLOGIA: QUALI TUMORI, QUALI TECNICHE (PERCUTANEE, ENDOVASCOLARI)

La radiologia interventistica sta rivoluzionando il trattamento di patologie oncologiche, vascolari e benigne con procedure mini-invasive e locoregionali. L’approccio multidisciplinare consente di personalizzare il trattamento selezionando la giusta procedura. Tecniche all’avanguardia come embolizzazione per il trattamento del dolore da artrosi del ginocchio, embolizzazione per il trattamento di patologie benigne, procedure interventistiche in associazione a procedure chirurgiche, chemioembolizzazione e radioembolizzazione per i tumori epatici e termoablazione per tumori di fegato, polmone, rene e osso CHE COSA E’ LA RADIOLOGIA INTERVENTISTICA sfrutta le metodiche di imaging (fluoroscopia, ecografia, TAC e la risonanza magnetica) non solo per giungere a una diagnosi, ma soprattutto come guida per effettuare un trattamento. Procedure più precise, perché guidate dalle immagini, senza ferite chirurgiche, dunque senza il rischio di complicanze infettive o brutte cicatrici, con una ripresa rapidissima del paziente PROCEDURE ‘PERCUTANE E ENDOVASCOLARI che vuol dire - Nelle percutanee, gli strumenti vengono inseriti attraverso la cute del paziente per raggiungere ad esempio un tumore ed effettuare un trattamento ablativo di un tumore epatico, che può avvenire con tecniche termiche (il tumore viene ‘bruciato’), o crioablative (il tumore viene distrutto con il freddo), oppure elettriche (vengono inseriti degli aghi che creano dipoli elettrici intorno al tumore, ne aprono le membrane delle cellule e, in maniera superselettiva, vanno a danneggiare solo le cellule tumorali), che consentono di trattare tumori localizzati anche in posizioni molto complesse e non resecabili chirurgicamente “Nelle tecniche endovascolari il trattamento viene veicolato attraverso i vasi arteriosi o venosi. In questo modo si effettuano embolizzazioni, ad esempio per patologie oncologiche (tumori epatici) mediante l’infusione di chemioterapici (chemio-embolizzazione) o di particelle radianti (radio-embolizzazione). Altri ambiti di applicazione sono le patologie traumatiche e alcune patologie benigne, che molto comuni, come i fibromi uterini, l’ipertrofia prostatica benigna o le emorroidi sintomatiche sanguinanti”. Ne abbiamo parlato con il Prof. Roberto Iezzi Responsabile dell’Unità di Radiologia Interventistica Generale presso l’Istituto di Radiodiagnostica della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS. Fra i temi: - una fotografia della radiologia interventistica in campo oncologico e di come si è evoluta negli anni. - l’interventistica oncologica ha varie finalità e varie tecniche, quali sono gli obiettivi del trattamento e come si sceglie il tipo di intervento in base al tipo di tumore e al tipo di paziente. - il fegato è stato il primo organo a poter essere trattato con varie tecniche di radiologia interventistica, ma oggi anche altri tumori ed altri organi possono essere trattati. Quali in particolare? - la possibilità di utilizzare la radiologia interventistica come bridge, come ponte per la chirurgia, in quali casi? - la tecnologia offre oggi soluzioni sempre più all’avanguardia, fra queste una particolarmente innovativa è quella dell’utilizzo di microscfere biodegradabili, di cosa si tratta - parlando di innovazione non possiamo non parlare di intelligenza artificiale, algoritmi, big data, come possono migliorare gli interventi?
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