L’ America delle città incendiate

Una delle vicende più strane della storia moderna è l’elevato numero delle città americane incendiate. Anche di recente si sono verificati incendi con strane modalità, una modalità quasi selettiva, potremmo dire, con il fuoco che bruciava le case ma lasciava intatti gli alberi e non intaccava l’asfalto, ma qui parliamo degli incendi dell’800 e inizi ‘900. Nel corso di un secolo in America si sono verificati 100 incendi, uno all’anno all’incirca. Chicago, Baltimora, Boston, Seattle, Portland, San Francisco, etc. In quest’ultima città, l’incendio scoppiò a causa del terremoto, ma negli altri luoghi scoppiarono per i motivi più disparati, come a Chicago dove, si dice, una mucca inciampò in una lanterna e divulgò le fiamme. Ma siamo nel campo delle congetture. La verità è che nel 1871 a Chicago ci furono edifici distrutti, la gran parte in stile antico, con 287 morti, anche se ci vivevano già, pare, persone. In rimasero senza casa. Ma queste, dopo pochi anni furono ricostruite. Migliaia di edifici all’anno furono rifatti, con l’aiuto di carri e cavalli. Ma non ci sono foto o documenti che attestino la ricostruzione. Ci sono foto della città distrutta e poi quelle delle case ricostruite, senza la fase intermedia. Così sembra anche per le altre città. In molte foto osserviamo anche degli alberi. Come erano sopravvissuti al fuoco che aveva distrutto case e palazzi di mattoni e pietra? La stessa cosa per i pali di legno. E come furono spostati i rifiuti edili, le centinaia di migliaia di tonnellate di resti delle case bruciate. Alcune strade sembrano ripulite in modo molto accurato. Sono state avanzate delle ipotesi in merito. Gli alberi erano ricresciuti in seguito e quindi significa che era già passato del tempo dall’ incendio e i pali erano stati appena sistemati per consentire al telegrafo di funzionare. Le strade forse spazzate con veicoli non meglio identificati. Ma ciò che colpisce di più è la presenza delle persone che si aggirano fra i resti di edifici imponenti, con cupole e colonnati. Si tratta di persone vestite bene, che si comportano come turisti. Alcuni sono in posa in atteggiamento abbastanza distaccato, poco consono al luogo di dolore. Vuol dire che sono state portate sul posto dopo molto tempo. Quindi la sequenza temporale deve essere allungata: prima gli edifici distrutti da tempo, poi le persone in visita, poi le case subito ricostruite o quelle mai distrutte in quartieri diversi. Domanda finale: chi viveva prima in quei luoghi distrutti dagli incendi che aveva costruito palazzi in stile antico in una città fondata solo da qualche decennio?
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