STALINGRADO- LA FABBRICA Stormy Six

Dalla cascina a Piazza degli Affari “E Stalingrado arriva nella cantina e nel fienile...“ Non “cantina“, cascina! Niente da fare. Cascina è una cosa vecchia, certamente poco urbana. Quindi in corteo molti cantavano “cantina“. E rischiava di diventare la versione ufficiale, perché c’era scritto anche su Internet. Per molto tempo Internet è stata un disastro, per gli Stormy Six. Discografie lambiccate, musiche per teatro che si trasformano in colonne sonore di film inesistenti, cantanti che hanno studiato da tenori (figurarsi!), generi inventati (il Rock In Opposition, naturalmente). Quando il motore di ricerca mi ha segnalato che eravamo citati in un sito chiamato ho temuto: con sollievo immediato, però. È stato il primo (ed è ancora uno dei pochissimi, nonostante le fonti ormai siano più che disponibili) nei quali non ci siano informazioni sbagliate. Cascina rimane cascina. E c’è anche uno sguardo molto affettuoso. Mi piacerebbe (ma il problema sta soprattutto nell’incapacità di chi ora distribuisce i nostri dischi) che ci fosse spazio anche per gli Stormy Six cosiddetti “sperimentali“: quelli di Cliché, ma soprattutto quelli de l’Apprendista, di Macchina Maccheronica, di Al volo, quelli documentati dal vivo in Megafono e nella seconda metà di Un concerto. Erano anche quelle canzoni. Lo sono ancora. Per molti non c’è stata mai una grande relazione fra rock progressivo e canzone d’autore. Per uno, direi, di sicuro: Fabrizio De André. E forse -- un poco -- anche per gli Stormy. Se ci volete credere. Franco Fabbri da La brigata Lolli
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