DOTTORESSA BARBARA BALANZONI, SILVIO BERLUSCONI E LE “MORTI IMPROVVISE“
DESCRIZIONE
In questo periodo, la Dottoressa Balanzoni si sta dedicando ad attirare attenzioni parlando di Silvio Berlusconi e delle c.d. “morti improvvise“, che ovviamente, lei ed il suo seguito, credono essere opera del vaccino.
In realtà le “morti improvvise“, purtroppo, sono sempre esistite: semplicemente lei ed i suoi seguaci non se ne sono mai accorti e non se ne sono mai occupati.
Non passa giorno senza che, sui social network ma non solo, la notizia di un decesso di una persona sotto i 50 anni venga commentata alludendo a una “correlazione” con i vaccini anti Covid-19. Certo, se le morti improvvise nei giovani fossero aumentate in modo statisticamente significativo negli ultimi due anni, certamente sarebbe interessante indagare più a fondo il fenomeno, e in particolare valutare se e come la concomitanza temporale con le campagne vaccinali possa avere una qualche rilevanza. Tuttavia, è l’ipotesi stessa di partenza a essere fallace, perché – dati alla mano – non risulta esserci alcun aumento di questi decessi improvvisi. Eppure se ne continua a parlare molto, perché tra disinformazione, allusioni e dati distorti l’argomento resta uno dei pilastri dei movimenti e delle tesi antivacciniste, a prescindere dal numero di volte che il tema è già stato oggetto di debunking.
I dati
Per potere sostenere che il numero di morti repentine è aumentato, sarebbe ovviamente necessario confrontare due dati: quello dei decessi precedenti l’introduzione dei vaccini anti Covid-19 e il corrispondente numero odierno. Andiamo per ordine.
A proposito delle serie storiche di dati, la più diffusa tesi antivaccinista è che si trattasse di un evento raro o rarissimo, non quotidiano ma che anzi si verificava solo in occasioni eccezionali, da contarsi letteralmente sulle dita di una mano. Non è così: il tema delle morti improvvise è una piaga sanitaria nota ormai da molti anni, tanto che proprio sulla scia di questo fenomeno sono stati distribuiti i defibrillatori automatici esterni che oggi troviamo in gran parte delle nostre città.
Per citare alcuni dei dati disponibili relativi al nostro paese, già nel 2013 l’allora ministro della Salute Renato Balduzzi aveva risposto a un’interrogazione parlamentare fornendo il dato di 50mila morti improvvise all’anno (fino a 70mila nel 2019, secondo Il Messaggero), di cui 5mila relative a giovani sotto i 35 anni di età. Più basso, ma dello stesso ordine di grandezza, il dato fornito nel 2011 dalla Società italiana di cardiologia (Sic), secondo cui gli under 35 colpiti ogni anno in modo improvviso e fatale erano “oltre mille”. Una stima, quest’ultima, che si ritrova anche in diverse pubblicazioni degli anni successivi.
Negli Stati Uniti si parla di oltre 300mila casi all’anno su tutte le età, di cui per esempio nel 2015 ne sono state contate circa 7mila nei soli bambini. L’incidenza di questi episodi risulta essere triplicata nel primo bimestre di pandemia di Covid-19, ovviamente prima che i vaccini fossero disponibili. Un paper del 2009, infine, ha calcolato in 2 ogni 100mila, ogni anno, il numero di giovani che muoiono di morte improvvisa. Dato che in Italia ci sono oltre 20 milioni di under 35, questo significherebbe più di 400 casi l’anno (ovviamente si tratta di un dato sottostimato, visto che in altri paesi del mondo il monitoraggio non viene eseguito in modo puntuale e quindi non tutti i casi vengono inclusi nella statistica). Al netto delle differenze tra una stima e l’altra, tutte però indicano che mediamente ci sia da tempo immemore più di un caso di morte improvvisa al giorno in Italia (diciamo tra 1 e 13), solo tra chi ha meno di 35 anni.
Il numero attuale di morti improvvise non ha al momento una quantificazione esatta. La tesi antivaccinista è anzitutto che già il fatto che ci siano notizie di morti improvvise di giovani ogni giorno rappresenterebbe un’anomalia, quando invece non è evidentemente così.
In realtà si tratta di malattie (spesso cardiache) non diagnosticate, proprio perché, per un bias cognitivo, si crede che una persona giovane o sportiva sia, automaticamente, anche in salute. La buona notizia e che queste morti possono essere evitate facendo più controlli e prevenzione. Nella mia città sto favorendo un progetto pilota per sottoporre a visita tutti i bambini di una certa età, per assicurarsi che siano effettivamente sani.
FONTI
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