Enzo Fusco - Dicitencello Vuje (1931 Grammofono Columbia)

Enzo Fusco — tenore italiano degli anni ’20-’30. Grande cantante del fascismo. Il padre — proprietario di una friggitoria nel popolarissimo borgo S. Antonio Abate — ne voleva fare una professionista: un medico o un avvocato. Ma Enzo, giovanissimo, si appassiono’ al teatro e alla canzone e comincio’ a trascurare lo studio. Recito’ in compagnie filodrammatiche e trovò lavoro come impiegiato. Poi, unitosi al maestro Cioffi, anch’esso alle primi armi, scrisse un gruppo di canzoni italiane che, restate per alcune anni inedite, egli stesso cantava nei salotti. Questi pirimi componimenti lo fecero classificare come autore dalla vena facile, efficace, intelligente, originale. La conquista delle case editrice, venne dI consequenza. Scrisse diverse canzoni, fortunatissime — in qualche caso fu anche autore della musica — fino al’esplosione della bella «Dicitencello vuie», musicata da Rodolfo Falvo. Riprese la vita d’impegnato, che aveva abandonato, e si occupo’ per alcuni anni nelle Ferrovie dello Stato. Nel 1951, ammalatosi fu portato in osservazione in Policlinico, dove gli riscontrarono il tumore nella colonna vertebrale. Enzo Fusco ne venne a conoscenza e, in un momento di sconforto, si precipito’ nel vuoto da una finestra della clinica, uccidendosi
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