“Addio a carte e contanti“: il Corriere della Sera sdogana il chip sottopelle

Quello dei microchip sottocutanei è uno dei temi più delicati e controversi nel campo della controinformazione. Per anni è stato un argomento tabù, tanto scivoloso quanto pericoloso: chi ne parlava veniva screditato, deriso e additato come un pazzo visionario. La tematica è infatti sempre stata trattata come una paranoia “cospirazionista”: come succede spesso in questo settore, le notizie scomode che inizialmente vengono liquidate come “bufale” si confermano poi “vere” dopo qualche anno, dando ragione a quei ricercatori che nel frattempo, come delle novelle Cassandre, sono stati screditati come dei pazzi visionari. L’idea era che i chip fossero una bufala (come tanti altri argomenti scomodi) e che non esistesse nessun piano segreto per impiantarli nella popolazione (o spingere i cittadini a farseli impiantare volontariamente) per controllarla. Chi provava a proporre un dibattito era liquidato come un visionario. Negli anni la tematica è tornata più volte alla r
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